La più grande gioia dell’amore

[19 Ottobre]
Meditazione di John Piper

Infatti nessuno ha mai odiato la propria persona, anzi la nutre e la cura teneramente, come anche Cristo fa per la chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. (Efesini 5:29-30)


L’unione tra Cristo e la sua sposa è così intima (“una sola carne”) che qualsiasi bene venga fatto ad essa, è un bene che viene fatto a Lui stesso. L’evidente affermazione in questo testo è che questo fatto motiva il Signore a nutrire, curare, santificare e purificare la sua sposa.

Secondo alcune definizioni, questo non potrebbe essere amore. L’amore, dicono, deve essere libero da qualsiasi interesse personale – specialmente l’amore di Cristo, specialmente l’amore del Calvario. Non ho mai visto una visione tale dell’amore che si allinei così bene con questo passo della Scrittura.

Il testo chiama chiaramente amore ciò che Cristo fa per la sua sposa: “Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa…” (Efesini 5:25). Perché non lasciamo che sia il testo a definire l’amore per noi, invece di portare la nostra definizione dall’etica o dalla filosofia? Secondo questo testo, l’amore è la ricerca nella nostra gioia nella gioia santa dell’amato.

Non c’è alcun modo di poter escludere il proprio interesse dall’amore, perché l’interesse personale non è la stessa cosa dell’egoismo. L’egoismo ricerca la sua propria felicità a discapito degli altri.

L’amore invece, ricerca la propria felicità nella felicita dell’amato o dell’amata. È persino disposto a soffrire e a morire per l’amato in modo che la sua gioia possa essere completa nella vita e nella purezza dell’amato.

Questo è il modo in cui ci ha amato Cristo, e questo è il modo in cui ci chiama ad amarci gli uni gli altri.